LA TENEREZZA DELLE COSE
LA TENEREZZA
DELLE COSE
mostra personale di Roberta
Dallara
inaugurazione: giovedì 4 luglio
ore 19.30
in mostra dal 4 al 31 luglio 2013
in mostra dal 4 al 31 luglio 2013
Lavanderia RiCircolo di
Cervelli, via Cavalieri, 16 - Rimini
all’interno del Museo Civico
Della pittura di Roberta Dallara
colpisce soprattutto la tenerezza. Lo sguardo pieno di tenerezza verso il
reale. La luce bacia il tappeto blu. Gli scalini brillano illuminati,
finalmente scoperti, la luce della finestra accarezza il pavimento.
Le nature morte di Roberta sono
vive: la tovaglia a quadretti bianchi e rossi, la tazza con le uova, sembrano
pulsare, risplendono di vita. Le cose sono buone, e belle. Questa visione non è
scontata nella pittura contemporanea, che si
presta all’insinuazione metafisica che le cose esistano soltanto come noi le
percepiamo, o che non esistano del tutto (G. K. Chesterton). E quando le
cose ci sono, la realtà rappresentata è brutale nella sua oggettività. Molta
pittura, realista o iperrealista, si prefigge di sottolineare ciò che è più
inquietante, grottesco, deforme o deformato. Oppure rappresenta il dato della
realtà appiattito sul suo aspetto materiale, come se avesse una sola
dimensione. Come se la realtà non avesse consistenza, storia, destino.
Invece per Roberta anche il pesce
crudo (che ha i toni del grigio e del blu, appunto della crudezza,) è già quasi
caldo, è pronto sullo strofinaccio da cucinare, è buono da mangiare, è giusto.
Suscitando il pensiero che nella realtà ci sia una giustizia, e lo sguardo di
Roberta riesca a coglierlo.
Nei suoi ritratti di donne emerge
un tema fondamentale: l’attesa. Nel ritratto che si intitola appunto L’attesa il tormento della donna è detto
con intensità e rispetto, grazia. Nei suoi ritratti Roberta è delicata e
profonda. Sembra immaginare della donna tanti aspetti, intimi e segreti, e non
li rivela. Ci svela solo un punto, un nodo fondamentale: il loro sguardo carico
di nostalgia. La donna quasi sempre ha lo sguardo rivolto alla finestra, o alla
porta, o all’orologio. Qualcosa deve succedere, deve accadere. Le donne
ritratte da Roberta sono concentrate, riposano, ma non sono veramente
rilassate: non sono mai tranquille, aspettano la vita che può ricominciare,
ricomincia, burrascosa, l’attimo dopo.
Una donna si sta truccando allo
specchio, si sta preparando, forse è sera, per una cena, una festa, e la sé
stessa riflessa nello specchio la guarda, sospendendo il tempo, la guarda con
una domanda, che potrebbe essere: chi sei?
Anch’io mi chiedo chi sono queste
donne, le loro storie, da Cabirie o da Angeliche. In ogni volto, in ogni
attimo, la somma dei significati è infinita.
Guardando i ritratti di Roberta
vengono in mente i numerosi ritratti di donne di Edward Hopper (che in genere
ritraeva sua moglie). Donne sole che guardano dalle finestre, e luce. E, forse,
basta. Hopper è sicuramente un maestro per Roberta (ricordo con che entusiasmo
ammirava le sue opere esposte a Milano a Palazzo reale nel 2009-2010). Hopper è
un genio, che non mi consola.
Invece Roberta mi consola, perché
mi fa vedere che c’è tutto in ogni cosa: in un pezzo di tovaglia e in una
cipolla a metà. Sono grata a Roberta perché mi fa commuovere della brillantezza
curva delle tazze, e mi fa pensare che la realtà sia buona, e valga la pena
chinarsi a raccogliere l’uva per il vino nuovo come faceva, con mani
meravigliosamente rugose e antiche, sua nonna. (Testo di Marina Sangiorgi).
***
La tenerezza delle cose
a cura di Alessandro La Motta
inaugurazione: giovedì 4 luglio 2013 ore 19.30
in mostra dal 2 al 31 luglio 2013
testi e presentazione di Marina Sangiorgi
orari: da martedì a domenica dalle 19 alle
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Roberta Dallara, Marina Sangiorgi, Alessandro La Motta